La Ellen MacArthur Foundation definisce l’economia circolare come “un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola”.
Nell’ultimo decennio, a causa di un modello economico produttivo saturo, l’economia circolare ha trovato applicazione in diversi ambiti.
È dal 2015 che la Commissione Europea ha approvato un pacchetto di norme sulla circular economy che obbliga i Paesi membri a riciclare almeno il 70% dei rifiuti urbani e l’80% dei rifiuti da imballaggio, oltre al divieto di gettare in discarica quelli biodegradabili e riciclabili.
Un’economia che protegge l’ambiente e permette di risparmiare sui costi di produzione e di gestione.
Condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti: passi fondamentali per estendere il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Infatti, i materiali di cui è composto un prodotto – una volta che questo ha terminato la sua funzione – vengono reintrodotti nel ciclo economico.
I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Un modello economico obsoleto che non riesce a far fronte all’incremento della domanda delle materie prime e al contempo alla carenza delle risorse.
Benefici dell’economia circolare
L’economia circolare rappresenta un’opportunità di sviluppo in termini di competitività, innovazione, ambiente e occupazione.
Sviluppare un’economia circolare, ridurre la quantità di rifiuti tutelando l’ambiente, sono tra i principali obiettivi di Clean Hands. L’azienda è cosciente che non si può continuare a produrre e inquinare, senza pensare prima a riutilizzare e riciclare.
Diamo una seconda vita ai rifiuti che produciamo!