by Pixel | Jun 22, 2022 | igiene, panificazione, Sin categorizar
A chi non è capitato almeno una volta di scoprire la presenza di una bella panetteria, nascosta in un angolo della città? La cura dei dettagli e dello stile, una vasta offerta di prodotti ben presentati. Lo stile deriva dalla personalità del panettiere, colui che lavora di notte e vende di giorno.
Quello del panettiere è un mestiere duro, che non si può improvvisare, poiché occorre acquisire specifiche competenze tecnico-professionali prima di iniziare una propria attività. Un professionista specializzato che, oltre a conoscere il settore e il mercato di riferimento, la normativa, le tecniche, le proprietà salutistiche del pane, è anche dotato di grande passione e di una spiccata affabilità. Il panettiere ha sempre un obiettivo principale: quello di soddisfare le esigenze del cliente offrendo un prodotto semplice e di qualità.
Il panettiere è una figura professionale capace di dialogare con il consumatore:
- Sa ascoltare. Osserva il cliente e ne coglie le esigenze.
- Presta attenzione a tutte le persone che entrano nella sua panetteria e si adopera per migliorare la qualità del suo servizio. Ricorda sempre quali sono le abitudini di un cliente, ciò che apprezza.
- Le azioni: gesti gentili che non passano inosservati. Riesce ad instaurare un rapporto cordiale con il cliente. La cortesia e la professionalità sono gli ingredienti della sua vocazione.
Tutto questo, unito alla pulizia e al rispetto delle norme igieniche, fa sì che la panetteria non sia un negozio di passaggio ma un luogo di ritrovo. Il cliente si sentirà avvolto dal profumo delle cose semplici e si sentirà come in casa.
by Pixel | May 18, 2022 | guanto, igiene, salute, settore
Negli ultimi tempi, sentiamo e usiamo spesso queste parole: pulire, igienizzare, disinfettare e sanificare ma non sempre utilizziamo correttamente i termini.
Clean Hands con l’aiuto dell’autorevole documento “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento” dell’Istituto Superiore di Sanità vuole dare una mano per chiarire la differenza tra questi procedimenti.”
Pulizia
La pulizia è il procedimento più semplice. Consiste nella rimozione della polvere e residui, eliminazione dello sporco visibile utilizzando prodotti detergenti che rimuovono la sporcizia e parte degli agenti patogeni mediante un’azione meccanica o fisica.
Igienizzazione
Questo procedimento consiste in una pulizia più profonda utilizzando sostanze che permettono di rimuovere gli agenti patogeni o le sostanze nocive presenti. Questa azione è un intervento obbligatorio prima di disinfettare e sterilizzare, perché lo sporco è ricco di microrganismi che si moltiplicano attivamente e potrebbero compromettere l’attività dei disinfettanti.
Alcune sostanze igienizzanti (es. ipoclorito di sodio o candeggina) sono attive nei confronti degli agenti patogeni, ma non sono considerate disinfettanti in quanto non autorizzati dal Ministero della Salute come presidi medico chirurgici.
Disinfezione
Questo è il procedimento utilizzato per distruggere la carica microbica di un ambiente, superficie e/o strumento. In questo caso è obbligatorio l’utilizzo di prodotti disinfettanti autorizzati dal Ministero della Salute, la cui efficacia nei confronti dei diversi microrganismi deve essere riportata obbligatoriamente in etichetta.
Nel caso in cui il disinfettante riuscisse a inattivare la quota totale di agenti patogeni si parlerebbe di sterilizzazione.
Sanificazione
È sicuramente il procedimento più complesso e generalmente affidato a imprese specializzate. È un insieme di azioni volte a rendere sano un ambiente. Consiste nello svolgimento delle tre attività precedenti: la fase di pulizia, igienizzazione, disinfezione e di miglioramento delle condizioni ambientali (microclima: temperatura, l’umidità e ventilazione).
by Pixel | May 6, 2022 | igiene, salute
I secondi salvano la vita – Igienizza le tue mani!
Questo è lo slogan che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha scelto per la Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani, che si celebra ogni anno il 5 maggio.
L’evento sottolinea l’importanza di questo gesto semplice ma essenziale per la prevenzione delle malattie infettive.
Le mani, infatti, rappresentano il principale mezzo di trasmissione di germi patogeni. Il lavaggio delle mani rimane la misura fondamentale che da sola riesce a ridurre tra un 30 e 40 per cento le infezioni nosocomiali. È un gesto di grande importanza ma ancora non se ne ha una piena consapevolezza. La pandemia ci ha aiutato a rafforzare l’azione della pulizia delle mani.
Un salto nel passato
Il nesso fra igiene delle mani e protezione dalle malattie infettive ha radici profonde: colui che in Europa consideriamo il “padre” dell’igiene delle mani in ambito sanitario è Ignaz Semmelweis, un medico ungherese che a metà del XIX secolo iniziò a lavorare nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Vienna e riuscì a eradicare la febbre puerperale, che tante vittime mieteva fra le donne dopo il parto. Grazie alle misure igieniche introdotte da Semmelweis come quelle che obbligavano i medici a lavarsi le mani in catini contenenti soluzioni a base di cloro prima di accedere al reparto maternità, in pochi mesi si ottenne un calo evidente della mortalità fra le neo-mamme.
Come e perché lavarsi le mani
Per l’igiene delle mani è sufficiente il comune sapone. È importante frizionare le mani per almeno 40-60 secondi. Se il sapone non è disponibile, usare un gel igienizzante mani a base alcolica frizionando il palmo e il dorso delle mani, le dita e le unghie, per almeno 20-30 secondi.
Lavarsi le mani con cura, per il tempo giusto e con i giusti movimenti ci aiuterà non solo a prevenire le crisi epidemiche ma anche a prevenire il disastroso fenomeno della resistenza agli antibiotici.